//IL GIARDINO DEI TAROCCHI - l’arte come guarigione
Aggiornamento: 4 apr 2022

Immagine pinterest: Federica Gerini
Un giardino immenso, incredibile, unico, magico. Un posto che faccia gioire gli occhi e il cuore — così, lo definisce Niki de Saint Phalle, ovvero la poliedrica artista franco-americana che l’ha realizzato, animata dalla convinzione che il suo destino fosse quello di costruire un luogo dove le persone potessero essere felici.

Immagine pinterest
Niki non è stata sempre felice. Anzi. Vive un'infanzia difficile e traumatica. La sua educazione è discontinua. A ventidue anni — ex modella, moglie e madre — ha un crollo nervoso e viene ricoverata in manicomio. A salvarla sarà l’arte. Lo dirà lei stessa più tardi. Per questo, farà della sua opera uno stile di vita, utilizzando l’arte come risposta alla violenza, alla discriminazione e lottando per i diritti delle donne.
Il suo desiderio più grande è guarire gli altri e lo realizzerà con un’opera monumentale immersa nel verde, costruita con materiali e oggetti di diversa natura e ispirata al Parco di Bomarzo, alla simbologia delle carte dei Tarocchi e allo stile di Antoni Gaudi - in particolare Parc Güell a Barcellona.
Un luogo dove l’Arte dialoga con la Natura. Un percorso spirituale e alchemico intriso del lavoro interiore dell’artista che si ri- conosce attraverso le sue sculture, interrogandosi sulla creatività, su se stessa, sul concetto di nascita e rinascita. Un mondo onirico, libero da ogni schema, dove perdersi e ritrovarsi, rincorrendosi nelle infinite pareti ricoperte di ceramiche e mosaici che riflettono la luce del sole.

Immagine di Sara
Il Giardino dei Tarocchi è un museo a cielo aperto, in cui si ergono i 22 arcani maggiori sotto forma di ciclopiche sculture variopinte — alcune delle quali percorribili o persino abitabili. L’Imperatrice, infatti, è una vera e propria casa. E - non a caso - è esattamente dentro le sue prosperose forme che Niki decide di alloggiare durante la lavorazione al progetto. Come se il terzo arcano - simbolo di fecondità e femminilità - fosse rappresentazione della nostra prima casa: l’utero materno. Internamente, inoltre, l’installazione è tappezzata di specchi quasi a ricordarci quanto la casa sia un mero riflesso dell’identità di chi la vive.

Immagine di Sara
Come ogni grande impresa, il Giardino dei Tarocchi ha richiesto tempo — quasi 20 anni — ed è stato realizzato con grande difficoltà, ma anche entusiasmo selvaggio, ossessione, e, soprattutto, fede.
Ed è forse questa la più grande eredità che ci lascia l’artista. Spronarci a vivere la nostra vita come fosse un’opera d’arte. Una grande impresa. Totalizzante. Intensa. Epica. Senza mai cedere di fronte alle difficoltà che, spesso, sembrano sopraffarci. E, ancora più importante, senza mai smettere di cercare il tesoro, perché - proprio come nell’arte - il processo guarisce, illumina, redime e ci svela la strada verso la nostra più vera essenza.
SARA E IL SUO SENSO DI ABITARE
Avendo condotto una vita abbastanza nomade, la mia idea di casa è cambiata nel tempo a seconda dei momenti, delle situazioni e, soprattutto, del mio stato emotivo.
Casa per me è principalmente un senso di Appartenenza, Protezione e Presenza. Può essere applicato ad un luogo fisico, ad una persona, a un profumo o un suono. Il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga per esempio, sarà sempre casa per me.
Lo scrittore egiziano Nagib Mahfuz, lo esprime con parole semplici che riassumono perfettamente il concetto: “La tua casa non è dove sei nato. Casa è dove cessano tutti i tuoi tentativi di fuga"
Sara Giampieri è traduttrice e Collage artist, artista poliedrica e viandante.
Trovate i suoi lavori e la sua poesia su: https://www.instagram.com/ozmavanhetllum/