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Casa d’artista o Casa Museo, un concetto ancora vivo.

Aggiornamento: 4 apr 2022


Un interno di Casa Balla - via Pinterest


"Abitare è come venire al mondo, e venire al mondo è già abitare. Questo fenomeno fa parte della nostra natura in quanto specie, o meglio è la natura della nostra specie." Maurizio Vitta | Dell'abitare. Corpi spazi oggetti immagini.


Se la casa è estensione del nostro corpo, stare in un luogo significa interagire con esso interagendo con gli strati più sottili del nostro essere, STARE in uno spazio, significa trattare quel luogo come parte integrante del nostro essere.

Ma quando l'abitante è un artista, creativo, poliedrico e anche un pò eccentrico, come si sviluppa quel mondo intimo ed estremamente accogliente, quella casa?


Sul mio profilo Instagram ho dedicato una rubrica alle case da artista e al loro senso di abitare, dalla casa fenomenologia di Picasso, ai colori di Frida Kilo, all'eccentrico di Dalì, ho cercato immagini che li ritraessero nella loro abitazione, dove tutti o la maggior parte di loro venivano immortalati in momenti di estremo orgoglio.

Ma lascio la "penna" a Francesca Luslini, storica dell’arte e curatrice d’arte.

Francesca si è occupata di musei, social media e aspetti legati alla comunicazione museale con progetti nel campo dell'educazione museale per adolescenti, è Membro ICOM dal 2014e insegna dal 2015.


La casa museo


Un interno di Casa Balla - Immagine Pinterest

Casa museo o casa d’artista, diventano in senso lato un luogo dell’anima dove nello spazio fisico convergono artefatti e aspetti immateriali che trascende il mero abitare. Lo spazio si intreccia ancora di più con la storia di chi ha abitato o abita, e il suo rapporto con la società in cui vive.

L’aspetto intimo dell’abitare, connaturato alla nostra specie, acquista in campo artistico una propensione esteriore.

L’uomo costruisce sempre una casa a sua immagine per guardarvi, come in uno specchio, il proprio riflesso confortante. In questo tutt’uno tra la casa e il suo abitante, lo spazio abitativo assume la funzione di rifugio; un riparo dal mondo esterno dove, nell’intimità della solitudine, spogliarsi delle convenzioni sociali, ritrovare il proprio equilibrio interiore e ripartire per incontrare nuovamente l’altro.

Nello specifico la Casa Museo è una tipologia museale che ha inizio durante il Rinascimento insieme al processo di emancipazione professionale e sociale dell’artista.

Nasce così la necessità di acquisire una casa in linea con la sua nuova posizione professionale e sociale.

Le case d’artista di questo periodo hanno spesso in comune il fatto di rientrare in un progetto ancora più ampio che intende affermare l’artista come il diretto prosecutore dell’antica tradizione.


Il tempio della casa-atelier

Piet Mondrian ritratto nel 1933 nel suo atelier di Parigi (Charles Karsten RKD)


A partire dal XVIII si afferma una nuova concezione dell’artista che presto troverà piena espressione con il Romanticismo, seconda grande stagione per lo sviluppo delle case d’artista.

Mentre il genio dell’artista trionfa fino a raggiungere un livello di sacralizzazione senza precedenti, la casa e l’atelier diventano un tempio, un luogo sacro dedicato all’adorazione del suo proprietario e della sua arte.


Le case del XX e XXI secolo non devono più ostentare la ricchezza o il potere del loro proprietario e non sono più il rifugio del lavoro solitario dove viene celebrato il culto dell’artista geniale.

Inoltre con l’avvento delle avanguardie del ‘900 la casa d’artista si presenta come una casa-manifesto aperta sul mondo, volta al cambiamento della società, e diventa il luogo delle sperimentazioni artistiche e delle dichiarazioni d’intenti.

Sotto questo profilo, viene spontaneo pensare alla casa-studio parigina di Piet Mondrian, dove l’artista ha cercato di dare forma concreta ai principi estetici neoplastici rivendicati nella rivista “De Stijl”, fondata insieme a Theo van Doesburg nel 1917.


Case d'artisti: luogo d'intimità, fantasia e creazione.

Un altro dettaglio di Casa Balla via Artribune


La casa dell’artista diventa un’opera d’arte a se stante, dove arte e vita si confondono irrimediabilmente.

Oggi spesso le intendiamo esclusivamente come ex abitazioni a volte di intere generazioni, un complemento aggiuntivo di vita e creazione.

Abbiamo esempi molto famosi come Monet a Giverny, Picasso a Malaga, Mirò a Barcellona, Tiziano a Pieve di Cadore, ecc.

Le case degli artisti racchiudono generalmente un ambiente che da sempre alimenta le fantasie.

Si tratta dello studio; luogo intimo della creazione.

Un mistero che progressivamente e inevitabilmente ha portato alla formazione di una sorta di idealizzazione e sacralizzazione dello spazio dell’atelier. Eppure, quest’aura di mistero e di sacralità che avvolge l’atelier sembra oggi più che mai destinata a scomparire.

Questa desacralizzazione dello studio si è poi accentuata nell’era del concettualismo, quando l’atelier è diventato un luogo dedito alla riflessione piuttosto che uno spazio di lavoro manuale sulle opere.

La Land Art, operando direttamente sulla natura, ha infine completato questo quadro inducendo gli artisti a disertare sempre più frequentemente lo spazio dell’atelier. Un processo che fa dell’atelier e della casa d’artista una specie di feticcio alla moda da esibire, come per continuare a trasmettere in eterno la presenza simbolica dell’artista diventato idolo da venerare.


Casa Balla - la casa-museo

Un interno di Casa Balla - Immagine Artribune


Dalla casa d’artista alla casa-museo, la trasformazione può anche sembrare trascurabile, eppure il processo di musealizzazione cambia profondamente il senso di uno spazio abitato, perché si passa improvvisamente da un luogo chiuso e inaccessibile (la casa) ad un luogo aperto a tutti (il museo).

In alcuni casi fortunati la casa d’artista diventa luogo in cui l’arte va a permeare ogni parte, in generale la casa borghese si trasforma in un progetto totale.

Come nel caso di Casa Balla che quest’anno per la prima volta, apre al pubblico a Roma nella quale Giacomo Balla visse e lavorò dal 1929 sino alla morte.

Protagonista del Futurismo, l’artista trasformò l’intera abitazione di famiglia in una vera e propria opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione fatto di pareti dipinte, di una miriade di mobili, arredamenti, utensili decorati, di numerosi quadri e sculture, di abiti da lui disegnati e di tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale.


Il museo MAXXI ha proposto di esporre per l’occasione, opere inedite che riflettono sulle numerose suggestioni di Casa Balla, opera d’arte totale, facendo emergere la profonda attualità di pensiero del poliedrico artista.

A indagare Casa Balla sono stati invitati artisti e creativi internazionali – Ila Bêka & Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular e Cassina con Patricia Urquiola – le cui produzioni incontrano alcuni importanti prestiti di Giacomo Balla nello spazio della galleria.


Con questa azione nei confronti della casa Balla arriviamo alla “casa memoria viva”, che si libera delle costrizioni culturali che la ingabbiano; non più monumentale, ma vivente ricollegandoci concetto più alto del pensiero artistico umano.


Lunedì 4 Ottobre a #homesweethome in diretta Instagram, dalle ore 21.00 parleremo ancora di Casa Balla, di case-museo senza tempo.

Intanto potete trovarla qui.

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